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Il focus del Festival di Bioetica (Santa Margherita Ligure, 26/27 agosto 2024), giunto alla ottava edizione, si concentra sul tema INTELLIGENZE osservato da vari punti di vista e nell'impatto che l'IA ha giù avuto, e avrà, a seconda dei settori in cui è, o sarà, applicata.
L'impatto dell'IA nel vasto campo dell'ambiente è notevole e, probabilmente, è destinato ad avere influssi decisivi per la salute del Pianeta e degli umani e, nell'ambito del Festival, un pomeriggio prevede due panel dedicati a questi temi - organizzati in collaborazione con l'Ecoistituto ReGE. Abbiamo rivolto alcune domande a Pinuccia Montanari, specialista nel campo ambientale e coordinatrice del Comitato Scientifico dell'Istituto.

Qual è il futuro dell'IA in relazione all'Ambiente?
Come le conferenze online da noi organizzate hanno dimostrato, non solo l’intelligenza artificiale può costituire una svolta per la transizione ecologica ed energetica, ma è proprio grazie all’intelligenza artificiale che in anni non sospetti il Club di Roma fece le prime previsioni sul futuro del pianeta, individuando possibili strategie per affrontare e prevenire conseguenze più significative e gravi, tali da mettere in discussione l’esistenza stessa dell’ecosistema terra.
Infatti aveva scritto Aurelio Peccei che i problemi del mondo erano interconnessi e non potevano essere risolti separatamente: andavano compresi nella complessità, per poi poterli affrontare separatamente. Si costruì così un primo modello matematico che dimostrava che in un mondo di dimensioni finite non era possibile uno sviluppo illimitato e che la crescita della popolazione e l’inquinamento avrebbero portato ad un certo punto al collasso del sistema. Questo modello fu apprezzato dal Mit con cui Peccei era in relazione da anni e che si occupava di tecniche di sistemi dinamici; l’Istituto, su mandato del Club di Roma e con finanziamenti privati, con l’ausilio di giovani ricercatori e di computer allora ritenuti potentissimi (che oggi sappiamo essere meno di un centesimo delle capacità di quelli che abbiamo in casa), elaborò un modello matematico più evoluto per descrivere lo stato del mondo, basato su 5 variabili principali: popolazione, disponibilità di alimenti, produzione industriale, tasso di uso delle risorse non rinnovabili e inquinamento ambientale. Fu il risultato di questa esperienza (di uso dell’Intelligenza Artificiale) che portò nel 1972 al ‘Limits to Growth’, pubblicato a New York, libro di grandissimo successo. Limiti dello sviluppo. Il titolo avrebbe dovuto essere ‘Limiti alla crescita’. Come si può constatare le prime importanti riflessioni ed allarmi sul futuro del pianeta nascono da un gruppo di studiosi esperti di modelli matematici e statistici elaborati da un computer

In quali campi in particolare vedremo a breve termine un impatto significativo?
Io sono convinta, come le nostre conferenze hanno dimostrato, che gli ambiti di applicazione più significativi riguarderanno la transizione energetica; ma ancora oggi occorrerebbe utilizzare l’Intelligenza Artificiale sia per la pianificazione ambientale ed ecologica che nell’economia circolare (ad esempio si applica nella valutazione della stabilità degli alberi, nella valutazione della qualità dell’aria e ci indica come dovrebbe essere il nostro ecosistema per garantire ambiente e salute).

Come Ecoistituto organizzate seminari e curate la divulgazione; sulla base di queste esperienze, valuta che l'attenzione e la consapevolezza diffusa sia cambiata? Come?
Il Quarto Rapporto Ital Communications-Iisfa, presentato proprio qualche giorno fa al Senato, e che abbiamo diffuso come Ecoistituto, offre un quadro articolato del rapporto tra gli italiani e l’IA, evidenziando un mix di ottimismo, preoccupazioni e la necessità di una regolamentazione.
Il 37% degli italiani ha un’impressione positiva dell’IA, mentre un altro 37% mantiene una visione neutrale. Tuttavia, il 21% esprime paura e diffidenza. I giovani si dimostrano più consapevoli e fiduciosi rispetto agli over 54, che temono soprattutto l’impatto dell’IA sul mondo del lavoro.
Seppur la diffusione di tecnologie basate sull’IA sia in crescita (il 69% degli italiani ne utilizza almeno una), la conoscenza specifica del tema resta limitata e spesso autodidatta.
L’IA Generativa incuriosisce e preoccupa in egual misura. Se da un lato si riconoscono le sue potenzialità, dall’altro si teme la diffusione di fake news. L’86% degli intervistati si dichiara favorevole a un controllo istituzionale delle notizie e a iniziative formative per un uso consapevole dell’IA.
Il tema è come sempre proprio questo: ovvero l’utilizzo consapevole dell’IA. Come Ecoistituto, attraverso le nostre conferenze che sono online a disposizione di chi fosse interessato, abbiamo cercato di svolgere un ruolo formativo e propositivo nei confronti di tutto ciò che lo sviluppo tecnologico mette a disposizione, senza perdere il punto di vista fondamentale, ovvero che ci deve aiutare a migliorare la nostra vita.

Intervista a cura di Tiziana Bartolini

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