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MANIFESTO PER UNA BIOETICA LIBERALE
 
E’ possibile nel nostro paese una bioetica liberale, una bioetica – intendo – che ponga deliberatamente al suo centro il valore dell’autonomia individuale, che riconosca una netta divisione tra sfera della morale e sfera della legge, che coltivi un autentico pluralismo etico?


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Pre Festival di Bioetica 2024

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Video incontri e convegni dell'Istituto Italiano di Bioetica

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Il focus del Festival di Bioetica (Santa Margherita Ligure, 26/27 agosto 2024), giunto alla ottava edizione, si concentra sul tema INTELLIGENZE osservato da vari punti di vista e nell'impatto che l'IA ha giù avuto, e avrà, a seconda dei settori in cui è, o sarà, applicata.
Interpelliamo Paolo Donadoni, avvocato e dottore di ricerca in Bioetica all'Università di Genova, che interverrà al Festival nel panel dedicato al dibattito sull'intelligenza degli animali. L'intervento di Donadoni affronta il tema della relazione affettiva con gli animali in ambito familiare, in particolare sul piano giuridico, argomento cui è dedicato il suo recente libro 'Il danno interspecifico per la perdita della relazione con l'animale d'affezione' (Milano, Giappicchelli editore, 2024).

Il tema del danno 'interspecifico' non è stato, sinora, oggetto di particolari attenzioni nell'aspetto giuridico. Perché ha deciso di studiarlo?
Ho analizzato 30 anni di giurisprudenza italiana per capire quale percorso sta svolgendo questa figura di danno. Ritengo rappresenti un tema importante dato che gli animali d’affezione sono oramai componenti ordinari delle nostre famiglie.
La relazione Eurispes del 2019 ci dice che gli animali di affezione sono ritenuti membri effettivi della famiglia dal 76,8% del campione intervistato. Tra questi, il 32,9% li considera come «figli» e il 60% come «migliori amici». Secondo alcune fonti, si stima che la metà dei cani e dei gatti italiani dorma nel letto con il proprietario. Si tratta di un fenomeno serio, oramai da anni oggetto di studi.
Con gli animali d’affezione le persone condividono la vita quotidiana e il loro decesso può costituire un vero e proprio lutto.

Quale approccio metodologico ha scelto per trattare un tema piuttosto delicato?
Sono partito dalle sentenze dei giudici e dalle riflessioni degli studiosi. Ho verificato come le argomentazioni sono cambiate nel tempo. Infine ho cercato di ricostruire il tema in modo più strutturato e sistematico per spiegare perché questa figura di danno risulta oggi plausibile, quali siano le ragioni che la giustificano. È un libro pensato per studiosi, avvocati e giudici, ma in realtà è per tutti coloro che si occupano di animali o che semplicemente amano gli animali.

Qual è la connessione di questo campo di analisi con la bioetica?
Il danno interspecifico chiama in causa il tema generale delle relazioni tra gli umani e gli altri esseri viventi, in particolare i mammiferi come noi. Oramai sappiamo che biologicamente gli umani sono animali e, nel contempo, la scienza ha dimostrato che alcuni animali hanno capacità di pensiero, sono in grado di provare non solo piacere e dolore ma anche emozioni e attaccamento. Il diritto non può restare impermeabile all’acquisizione di queste conoscenze. Tra umani ed animali possono stabilirsi relazioni sincere, profonde e durature, a cui non è insensato ritenere di riconoscere un valore, e quindi una protezione, anche sotto profilo giuridico.
Intervista a cura di Tiziana Bartolini

Festival di Bioetica 2024

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